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Sostituzione edilizia e riqualificazione urbana Avellino

AVELLINO, PROGRAMMI DI RIQUALIFICAZIONE URBANA ED EDILIZIA ABITATIVA
IN SOSTITUZIONE DEI PREFABBRICATI PESANTI – dal 2000 al 2011

Con Gianluca Di Vito e l’Ufficio di Riqualificazione Urbana del Comune di Avellino, sindaco Antonio Di Nunno, assessore alla riqualificaz. urbana Vittorio De Vito, dirigente ing. Luigi Masi

7 comparti di sostituzione edilizia per 1.213 alloggi
6 tracciati stradali
3 piazze, 2 parchi, 6 aree a verde
Restauro ex GIL, Lavatoio Ponticelli, Edificio in Piazza Assunta
Importo complessivo dei programmi: 81.084.000 euro, fondi finanziamento: Min. LL PP e Regione Campania con somme di disavanzo dell’ex Gescal.

Inoltre, fu promosso il workshop “Città-Natura” condotto con gli allievi dei tutor: Alberto Morell Sixto (inviato da Alberto Campo Baeza) di Madrid, Domenico Lungo (per Aurelio Galfetti) di Mendrisio, Klaus Theo Brenner di Potsdam, Leo Papadoupolos di Salonicco, Alì Abu Ghanimeh di Amman e Adalberto Dias di Porto (che ha elaborato il plastico).

Pubblicazioni: Idee, procedure, azioni, eventi brochure nella Biennale di Venezia del 2002; su “d’Architettura” n. 20 2003; Una panchina come un bombardiere su “Altre parole nel vuoto” Giannini 2010; Non la storia, ma la geografia per la riqualificazione di Avellino su “Architettura e città del 3° millennio”.

La vastissima progettualità che ha superato gli iter burocratici della Regione Campania, le approvazioni di tutti gli Enti e garantita dalla totale copertura finanziaria, è stata spenta o rallentata dal cambio di gestione politica e da un’ingiustificata inerzia che, a parte il restauro della GIL – finito nel 2011 ma in attesa di collaudo e più volte vandalizzata -, l’autoparcheggio sotterraneo e Piazza Festa nel quartiere Valle, a mia conoscenza sono stati costruiti solo due edifici del comparto di Morelli e Silvati.

Programma estratto dalla brochure presentata nella Biennale di Venezia del 2002
STRATEGIA E CRITERI D’INTERVENTO
La partnership attivata dall’Assessorato alla Riqualificazione Urbana si è rivelata idonea alla scelta del ‘conoscere per scegliere’ che, escludendo qualsiasi ipotesi prima di esperire la natura dei problemi, consisteva nel reperire i suoli e costruire i nuovi alloggi in progressione alla rimozione dei prefabbricati pesanti realizzati dopo il terremoto del 1980.
Il programma di sostituzione edilizia per sette comparti urbani è stata l’occasione per ordinare l’ingombro del suolo dove i progetti dei nuovi edifici tendono sia ad esprimere l’orografia nel suo valore paesaggistico, sia a riproporre il significato urbano della strada, condizioni che sono state unificate da una coppia di parametri molto semplici: la linea d’innesto a terra che segna l’andamento della strada e la linea di coronamento orizzontale che, concludendo il costruito nel cielo, misura l’orografia.

CANONI PER I PROGETTI DEFINITIVI
Entro i volumi stabiliti e nei limiti dei costi, i progetti definitivi dovranno ottimizzare le prestazioni con le più convenienti organizzazioni interne e le conseguenti articolazioni delle aperture. Il passaggio dai progetti preliminari ai progetti definitivi dovrà tener conto delle seguenti condizioni generali:
PARAMETRI FISSI E CONDIZIONI STABILITE
1 . Sedime, larghezza, profondità ed altezza dei corpi di fabbrica.
2 . Interpiano.
3 . Numero e dimensioni degli alloggi assegnati.
PRINCIPI COMPOSITIVI
1 . Sintesi sottrattiva sui volumi assegnati dal masterplan, cioè x,y,z.
ELEMENTI DETERMINATI
1 . Tecniche, e materiali di rivestimento: cemento armato, intonaco, mattoni, pietra.
2 . Basamento: con rivestimento lapideo a filo dell’intonaco in lastre rettangolari disposte in orizzontale ed uniformato nel tipo e nelle misure all’intera scala dell’insediamento.
3 . Aperture: massima disponibilità di articolare le finestre sia nelle dimensioni che nelle tipologie, anche in ragione degli accadimenti interni; possibilità di inserire elementi frangisole autonomi; mediazioni fra interno ed esterno tramite logge.
4 . Linea della cimasa: uniformata all’intera scala dell’insediamento.
5 . Coperture: piana per la predisposizione di pannelli fotovoltaici.
INTERDIZIONI
1 . Aggetti strutturali isolati (a meno del cornicione dove previsto e nelle testate di blocco).
ECCEZIONI ALLE REGOLE
1 . Tutto ciò che può rinforzarle.

Negli ultimi vent’anni Avellino ha sofferto del disordine dello sviluppo urbanistico e simmetricamente dell’ipertrofia esteriore che paradossalmente fa emergere la dignità di alcuni prefabbricati da sostituire, brani di “normalità” rapportabili solo agli edifici del dimenticato Francesco Fariello.
L’economia dei costi è stata considerata un vantaggio per l’economia espressiva e quindi la riduzione all’essenza della forma, condizione assunta per restituire all’ambiente il disperso senso urbano.
Per i nuovi edifici di edilizia pubblica, previsti in cantieristica corrente, non sono necessarie idee rivoluzionarie ma soluzioni prestazionali a problemi specifici di spazio, di distribuzione, climatizzazione, strutturali e di durabilità. Le regole urbane limiteranno l’autogratificazione dei vincitori delle gare tuttavia saranno proprio le limitazioni in aderenza alle esigenze del tema ad esprimere quell’attributo di “civile” all’edilizia che in passato ha segnato la migliore architettura nazionale. Questo è l’obiettivo posto per l’intera operazione che riconduce ad un ammonimento di Giuseppe Pagano: “…meglio peccare di serietà e di modestia che profanare un’epoca con le vuote adulazioni convenzionali. La storia dell’arte dà sempre ragione ai modesti e fa strage inesorabile dei presuntuosi; … la fisionomia civile di un paese non è data dalle opere di eccezione ma da quelle altre tantissime che la critica storica classifica come <architettura minore>.
Sandro Raffone

Ps. La proposta di adibire i vani del livello su strada a negozi, bar, tabacchi, barbiere, circoli, lavanderia, fruttivendolo e giornalaio, si è scontrata col divieto che proibisce di affittare o vendere immobili realizzati con denaro pubblico, è il limite che aveva già ghettizzato gli stessi comparti dei prefabbricati da abbattere e opere assai note come le Vele di Secondigliano, il Corviale di Roma e lo Zen di Palermo.

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