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Casa di sassi a Sturno (AV)

pietre

CASA DI SASSI

Sturno (AV), 2005, con Raffone & Associati

Estratto dal capitolo SCRITTURE DI PIETRA di “Altre parole nel vuoto”, Giannini 2010

Resto sempre attratto dai muri in pietra costruiti in qualunque luogo perché sono racconti sinceri di chi li ha realizzati con scelte saggie e gesti privi di equivoci o riferimenti posticci.

Avevo costruito diverse opere in pietra, ma nel 2005 si presentò un tema che aveva posto un insolito interrogativo rivelando un’inaspettata contraddizione tecnica, culturale ed economica. La scelta di murature portanti in pietra a vista, assai comuni in tutto l’Appennino Irpino, si infranse con l’irreperibilità del materiale e ci sbalordì che l’edilizia contemporanea avesse ucciso l’economia e l’arte muraria mentre è evocata con maschere di pietre da rivestimento artificiali più verosimili di quelle vere per fingere un’atmosfera rustica. Ci sembrava incredibile che non ci fossero più pietre, neppure nel “fiume”, ci dissero, da dove le prelevavano fino ad un recente passato. Fra l’altro c’erano le resistenze del costruttore, (dal terremoto sembra che in Irpinia esista solo il c.a.) ma poi, colpito nel suo orgoglio di “mastro”, fu proprio lui a consigliare l’acquisto di un rudere da cui ricavare le pietre. Ne visitammo un paio e ci confortò il loro stato di abbandono con la speranza di riservare a quelle pietre un destino più onorevole dell’inevitabile degrado. Il prezzo era ragionevole ed avevamo risolto il problema della cava da cui estrarre il materiale; i solai e il tetto sarebbero stati di legno lamellare, mentre la composizione si sarebbe chiusa con una parete in tavole di castagno che inoltre avrebbe evocato i capanni del tabacco della zona. Aggiornando gli efficaci i principi della tradizione, avevamo affidato all’inerzia della massa muraria il mantenimento termico per garantire un buon habitat. Il nostro progetto aveva il giusto taglio, assolveva a tutte le richieste ed inoltre cominciavamo a nutrire la speranza di produrre un “nuovo” modello con vecchie tecniche locali. Al cliente piacque molto mentre la fura moglie sostenne che la preoccupava vivere in una casa isolata preferendo un condominio, ciò che causò l’abbandono del nostro progetto con la speranza di concretizzare e quindi divulgare un esempio per riconquistare l’autenticità della pietra in un territorio dove fino ad un recente passato l’edilizia fu realizzata esclusivamente con questo materiale.

  • ANNO : 2005
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